Il Consiglio di Stato ha confermato l’indirizzo giurisprudenziale che ha ritenuto legittima l’ingiunzione di demolizione di manufatti abusivi sul demanio marittimo a spese del responsabile e considerato inapplicabile l’acquisizione gratuita del bene al patrimonio del Comune.

La sentenza n. 8320 del 27 settembre 2022 del Consiglio di Stato – Sez. VI ha confermato l’orientamento della giurisprudenza su questo importante principio.

 

La mancata demolizione di un immobile abusivo e il passaggio al patrimonio del comune

In generale, chi costruisce abusivamente deve ottemperare in maniera tempestiva all’ordinanza di demolizione delle opere edificate. Se non lo fa, perde la proprietà dei manufatti e della superficie sulla quale sono stati edificati. I beni vengono acquisiti al patrimonio del Comune per legge.

All’abuso edilizio derivante da costruzioni realizzate sui suoli del demanio o del patrimonio dello Stato in assenza di permesso di costruire non può applicarsi l’acquisizione gratuita del bene al patrimonio del Comune prevista all’art. 31, comma 3, T.U. Edilizia.

 

La norma prevede che: «Se il responsabile dell’abuso non provvede alla demolizione e al ripristino dello stato dei luoghi nel termine di novanta giorni dall’ingiunzione, il bene e l’area di sedime […] sono acquisiti di diritto gratuitamente al patrimonio del comune».

 

La costruzione abusiva sul suolo pubblico e demanio dello Stato

Questa conseguenza però viene esclusa nel caso in cui la superficie interessata dalla costruzione abusiva appartenga al demanio necessario dello Stato, qual è quello marittimo.

Lo stabilisce l’art. 35 del d.P.R. n. 380/2001 (Testo Unico dell’Edilizia), il quale prevede che sia il dirigente o il responsabile dell’ufficio a emettere una diffica che ordina al responsabile dell’abuso la demolizione e il ripristino dello stato dei luoghi e di darne comunicazione all’ente proprietario del suolo.

A differenza di quanto previsto per gli abusi edilizi commessi su aree di proprietà privata, la norma dispone l’imputabilità dell’opera abusiva al destinatario della sanzione.

La giurisprudenza è concorde nel ritenere che la sanzione demolitoria possa essere irrogate unicamente nei confronti del responsabile dell’abuso e non del proprietario dei manufatti realizzati abusivamente (Così si è espresso il Consiglio di Stato Sez. VI, 4 maggio 2015, n. 2211).

L’acquisizione al patrimonio del comune del bene abusivo e del sedime sul quale è costruito, invece, non è applicabile quando l’abuso edilizio sia realizzato su beni appartenenti al demanio, proprio in ragione della peculiare gravità della realizzazione di abusi edilizi su suolo pubblico.

Tra le altre, alcune sentenze che si esprimono in questo senso sono:

  • Stato Sez. VI, 9 aprile 2019, n. 2333;
  • TAR Sicilia – Palermo, Sez. I, 5 aprile 2019, n. 893;
  • TAR Sicilia – Catania, Sez. II, 25 giugno 2020, n. 1484.

L’onere dell’ente locale nella demolizione del manufatto abusivo

Si tratta di una soluzione che non ammette alcun margine di manovra per l’ente locale: la demolizione dell’immobile realizzato abusivamente su suolo pubblico ha carattere assolutamente vincolante.

La stessa demolizione è a cura del Comune e a spese del responsabile dell’abuso.

La diffida non rinnovabile a demolire ha come unico scopo quello di consentire al privato/trasgressore di adempiere all’ordinanza di demolizione evitando l’addebito delle spese sostenute dal comune per il ripristino dello stato dei luoghi.

Nel caso di cui si è occupato il Consiglio di Stato nella sentenza menzionata, la società che ha proposto il ricorso era titolare di una concessione demaniale marittima per la gestione di uno stabilimento balneare che aveva affidato in gestione ad un’altra società.

All’interno dello stabilimento balneare erano state realizzate opere abusive di cui il Comune aveva ingiunto la rimozione.

Il Consiglio di Stato, rigettando l’appello della società, ha confermato la sentenza emessa dal TAR Calabria la quale aveva ritenuto legittima l’ingiunzione di demolizione e precisato che non poteva trovare applicazione l’acquisizione gratuita del bene al patrimonio del Comune.

A cura del Dott. Gianluca Gennai

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