Di fronte ad una situazione di stasi economica globale, l’Albania risulta da fonti ufficiali essere a tutt’ora uno dei pochi Stati del continente europeo ancora in crescita. Il Paese è, infatti, riuscito negli anni a mantenere una buona stabilità macroeconomica continuando a registrare, seppure con rallentamenti rispetto al passato, tassi di crescita positivi (+1,6% nel 2012 – dati ICE). Secondo le stime del Fondo Monetario Internazionale, nel 2012 il Prodotto Interno Lordo è stato pari a 9.8 miliardi di euro (13.4 miliardi USD), con una crescita reale del 3%, mentre con riferimento all’anno in corso, la stessa fonte ha evidenziato un tasso di crescita del 4%.
Membro del WTO dal 2000 e della NATO dal 2009, nel giugno 2006 l’Albania firmò l’accordo di Associazione e Stabilizzazione con l’Unione Europea, primo importante passo verso l’Europa. Il 28 aprile 2009 il paese balcanico presentò ufficialmente la richiesta di adesione all’UE. A seguito delle elezioni politiche del 2013, vinte dal candidato socialista Edi Rama, la Commissione Europea, riconoscendo gli importanti passi avanti compiuti dalla Nazione in direzione della democrazia, ha approvato la concessione all’Albania dello status ufficiale di “Paese Candidato”.
In virtù della sua favorevole posizione geografica, il Paese rappresenta per l’Italia un fondamentale “ponte per i Balcani”. I quotidiani interscambi commerciali per via marittima (collegamenti giornalieri dai porti di Trieste, Ancona, Brindisi e Bari) e terrestre garantiscono un veloce e permanente flusso di persone e merci. Il traffico commerciale complessivo che nel 2012 ha sfiorato i 2 miliardi di euro, è destinato ad aumentare in seguito al completamento, previsto per il 2020, del Corridoio paneuropeo VIII che collegherà i porti di Bari e Brindisi con Durazzo, Tirana, Skopje e Burgas. Vi è, inoltre, un’ampia disponibilità di forza lavorativa variamente ed altamente specializzata con buona conoscenza della lingua italiana e il cui salario medio è ancora uno dei più bassi d’Europa, aggirandosi mediamente tra i 200 i 500 euro mensili lordi. Il livello ancora embrionale della produzione interna (il 71% del fabbisogno merceologico in tutti i campi è soddisfatto dall’importazione) lascia aperte numerose opportunità per gli imprenditori italiani. La legge albanese n. 7764/1993 “sugli Investimenti Esteri”, che rappresenta l’attuale quadro normativo di riferimento, offre notevoli garanzie a tutti gli stranieri (persone fisiche o giuridiche) che intendano investire in Albania. Sulla base della sopra citata disposizione legislativa, per investire in loco non è necessaria alcuna preventiva autorizzazione governativa e nessun settore è, in linea di principio, precluso agli investimenti esteri. Gli investitori stranieri hanno, inoltre, il diritto di espatriare tutti i fondi ed i contributi in natura relativi ai loro investimenti.
A livello societario, non c’è nessun limite prefissato alla percentuale di azioni sociali che possono essere detenute da stranieri ed è pertanto possibile possedere anche il 100% del pacchetto azionario. Fondamentale ricordare che investimenti con un sostanziale impatto economico (ad esempio nel settore delle infrastrutture) beneficiano di importanti esenzioni fiscali. Le Zone franche sono beneficiarie di esenzione dal pagamento di dazi doganali e da IVA.
I livelli tariffari sono quattro: 0%, 2%, 10% e 15%, con l’aliquota massima applicata, a titolo esemplificativo, sui seguenti prodotti: tessuti, gioielli e alcuni prodotti alimentari. In materia di import-export l’Italia si conferma quale primo partner commerciale dell’Albania. Le principali aree di interesse sono, in primis, il settore manifatturiero (tessile e calzature), sempre crescente è, infatti, la domanda dei prodotti made in Italy, nonché il settore edilizio. Infine ottime opportunità, in un’ottica di investimenti a lungo termine, potrebbero arrivare dall’agricoltura, dal turismo nonché dall’importante opera di realizzazione del progetto TAP (Trans Adriatic Pipeline Project) volto alla costruzione di un nuovo gasdotto per il trasporto del gas dai giacimenti dello Shaz Deniz in Azerbaijan alle coste italiane, passando sia attraverso la Grecia, ma soprattutto attraverso l’Albania.
A cura dell’Ufficio di Bologna – Dott.ssa Linda Tontodonati (051 2750020)