Nel corso della dodicesima Assemblea Nazionale del Popolo (National People’s Congress), la crescente attenzione al tema della tutela ambientale ha portato le autorità cinesi a costituire una commissione ad hoc al fine di predisporre una nuova regolamentazione in materia.
Il decreto, emanato dal Ministro per la tutela dell’ambiente, è in vigore già dal luglio del 2017, ma acquisirà efficacia solo nel 2018.
Oggetto della normativa saranno tutti gli appezzamenti di terreno funzionali a specifici processi produttivi, quali la fusione di metalli non ferrosi o la lavorazione di sostanze chimiche, e quelli che saranno oggetto di riconversione al fine della costruzione di zone residenziali, ospedali o scuole.
Qualora, ai sensi della nuova regolamentazione, un appezzamento di terreno venisse considerato sospetto di inquinamento, potrà essere oggetto di appositi controlli da parte delle autorità locali competenti, al fine di poter prevedere i possibili rischi di contaminazione del sottosuolo e delle falde acquifere e così ideare un sistema in grado di limitare il livello di concentrazione delle sostanze contaminanti.
Qualora il terreno risultasse inquinato, il proprietario predisporrà un piano di bonifica che verrà approvato da un esperto del settore, nominato a tal fine dall’amministrazione.
Anche la disciplina cinese si conforma al cosiddetto principio “chi inquina paga” (polluter-pays principle).
Tuttavia quando l’identificazione del diretto responsabile risulti complessa, specie nei casi in cui i responsabili risultino molteplici o quando l’evento dannoso è avvenuto in passato, sarà l’attuale proprietario del terreno o il titolare di altro diritto reale su di esso a dover sostenere le spese di bonifica necessarie.
Ne deriva che, la nuova disciplina non potrà essere trascurata dalle società operanti sul mercato cinese, costrette ad adottare specifiche misure preventive nei casi di acquisto o affitto di terreni per potervi stabilire o trasferire la propria attività commerciale.
D’altra parte, però, la nuova regolamentazione potrebbe costituire un’ottima opportunità di business per tutte le imprese operanti nel settore della tutela ambientale.
(A cura di Avv. Luigi Zunarelli, Dott. Matteo Pecorari – luigi.zunarelli@studiozunarelli.com; matteo.pecorari@studiozunarelli.com)